Dovrebbero esserci più film come Licorice Pizza. È il nono del regista Paul Thomas Anderson e lo potremmo definire una sorta di centone filmico. Ricorda quelle pellicole di Robert Altman e Cameron Crowe, nelle quali trovavi il romantico e il patetico ben mescolati con inusuali (o casuali) accadimenti, che per lo spettatore neofita si tradurrebbero in “assenza di trama”.
Domanda marzulliana: e se l’assenza di trama fosse essa stessa la trama?
Licorice Pizza è atipico e, certamente, non eguaglia Il Petroliere o Il filo nascosto, ma bisogna dare atto a PTA che, di questi tempi grami, Licorice Pizza è un film necessario. “La realtà è scadente” diceva Fabietto in È stata la mano di Dio di Paolo Sorrentino, infatti, negli ultimi anni, Hollywood ha sfornato storie tra il drammatico e il nichilistico; pensiamo al malsano Joker ritratto da Todd Phillips. Ecco perché serve una “pizza”, un ceffone di leggerezza!
Due amanti giocano a rincorrersi. Gary (Cooper Hoffman) e Alana (Alana Haim) si conoscono in una palestra di un liceo (qui c’è un piano-sequenza, in apertura, strepitoso). Un amore a prima vista per Gary, mentre da metabolizzare per Alana. In questa storia d’amore c’è una differenza d’età: Gary è un sedicenne, Alana ha, invece, più di venticinque anni . Ed è un affresco della San Fernando Valley degli anni settanta, con musiche che vanno dai The Doors, Chuck Berry a David Bowie. PTA ci mette anche dei cammei, che sfruttano l’allegoria di raccontare una Hollywood che contemplava il politicamente scorretto, molto lontana da questa di oggi post Weinstein gate. I personaggi di questo abbozzo poetico hanno acconciature voluminose con i capelli cotonati, gli uomini con i favoriti e i vestiti eccentrici, le automobili dalle carrozzerie volgari. Il regista usa il passato per raccontare il presente e per dirci che bisogna seguire i propri sogni, indipendentemente dalle assurdità che ci accadono attorno.
Gary e Alana sono caparbi, sfidano le convenzioni e toccano il mondo del cinema con velata prudenza, perché PTA ci dice che Hollywood non è mai stata messa bene e i suoi addetti ai lavori sono dei narcisisti patologici.
Due ore e mezza di spensieratezza: un balsamo per gli aridi di cuore.
Licorice Pizza potremmo definirlo un’ode amorosa, che abbandona per un attimo la ragione per dare spazio al fancazzismo.
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