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Maigret e l'arte dell'indagine


Sono stati innumerevoli gli adattamenti cinematografici tratti dai noir di Georges Simenon sul commissario Maigret.

Maigret (2022): Patrice Leconte, regista e fumettista, riadatta per il grande schermo il libro di Simenon Maigret e la giovane morta.

La scelta di Leconte di far interpretare il commissario con la pipa (anche se qui il medico gliel'ha vietata per motivi di salute) a Gerard Depardieu è esatta, perché ritrae l'ultimo e fiaccato (soprattutto nel fisico) commissario Maigret.

Maigret indaga sulla morte di una ventenne, Louise Louvière (Clara Antoons), a Parigi, che agli albori dell'indagine risulta difficile identificarla e ricordarla anche per chi la conoscesse. Ecco che la bravura nell'artifizio di Simenon sta, appunto, nell'inserire una nemesi a vantaggio del commissario, il quale utilizzerà una nuova conoscenza di nome Betty (Jade Labeste), la quale è simile nel viso e nel portamento alla giovane morta. Da qui partiranno una serie d'intuizioni e metodi poco ortodossi che apriranno le porte della verità al vegliardo commissario.

Il regista si mantiene sul classico come potrebbe fare un estimatore di pipe, che non cambia mai la sua vecchia pipa per le nuove. Infatti, Leconte evita di proiettarsi palesemente verso i fondamenti della modernità. Sceglie, dunque, il noir crepuscolare fatto di luci ed ombre, con inquadrature lineari e carrellate che non perdono geometria. La sensazione che traspare dopo aver visto questo film è di aver assistito ad una pellicola in bianco e nero. Depardieu si reincarna nella "pesante mole" di un commissario di polizia reticente, riflessivo e serafico come un esegeta dell'ispezione. E come apostolo della verità non giudica nessuno, ma ricostruisce e cerca di capire ciò ch'è accaduto con la professionalità dell'artigiano.

Maigret (2022), benché sia ambientato nel dopoguerra, fa riflettere sui temi attuali, quali: femminicidio, il rapporto genitori-figli e le sue disfunzioni freudiane, la solitudine e il lutto.

Maigret, in questo riadattamento, diventa quasi un messaggero per il tempo presente (o per tutti i tempi?); un commissario che non muore mai, ma che può apparire e scomparire con una dissolvenza, proprio come un nembo di fumo che spunta denso dalla caldaia di una pipa e si nebulizza nell'aria.

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