Una Notte a New York ha come protagonista, il titolo stesso lo anticipa, "la notte".
Una Notte a New York (il titolo originale è Daddio) è una pellicola inusuale, distribuita da Lucky Red e dal 19 dicembre 2024 circola in pochissime sale italiane.
Inusuale perché è nata dapprima per essere trasposta come una pièce teatrale.
Non c'è azione, non ci sono effetti speciali; c'è, invece, la fotografia eccellente di Phedon Papamicheal (Le Mans - La Grande Sfida) che gioca con l'effetto Bokeh e con i lens flare delle luci metropolitane di New York.
La giovane regista Christy Hall gira all'interno di una "cabina gialla", di un normalissimo taxi giallo.
I coprotagonisti, oltre alla "notte", sono Sean Penn [Clark, il tassista] e Dakota Johnson [Girlie, il passeggero]. Non proprio due attori presi dalla strada, ma due professionisti che sanno far mantenere l'attenzione dello spettatore.
La sceneggiatura è scritta sempre dalla Hall, che sembra sdoganare il femminismo nella sua accezione dialettica.
Ci sono stati molti film ambientati in un unico contesto, in mono-loci: Locke (2013), Wheelman (2017) oppure In Linea con l'assassino (2002).
Una donna visibilmente avvenente (la Johnson) prende un taxi dall'aeroporto JFK per andare a MidTown Manhattan e, nel tragitto, ha una conversazione con il tassista (Sean Penn).
La chiacchierata toccherà sia tematiche impersonali sul rapporto uomo-donna, con posizioni divergenti dal punto di vista femminile verso il sesso femminile e dal punto di vista maschile verso il sesso maschile, ma pian piano andrà a pizzicare le corde più intime dei due interlocutori.
Benché la distanza dal JFK a New York MidTown sia di circa una mezz'ora abbondante, entra in scena la variabile del traffico.
Il taxi rimane incagliato nella coda e la conversazione inizia a portare lo spettatore su diversi livelli di "vero o falso".
Da questo punto in poi, lo spettatore comincerà a percepire i due protagonisti non più come un passeggero e un tassista, ma come una paziente col suo psicologo.
Il giudizio di Una Notte a New York? Potrà piacere? Il giudizio è relativo da spettatore a spettatore, di certo è un'opera originale che ha una sua poetica e che usa i dialoghi come attrezzi visivi per parlare di amore, di famiglia, di sesso e di senilità.
Ovvio è che le espressioni facciali di Sean Penn metteranno questo film nella "cabina" dei ricordi.
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